LA MARCILIANA

Storia della marciliana in territori di Correzzola

Il nome deriva da un antica barca da trasporto costruita a Chioggia. La manifestazione trae origine dalla storia veneta del XIV° secolo, culminante con la guerra di Chioggia. Nel 1378 iniziano tutta una serie di episodi bellici tra le Repubbliche Marinare di Genova e Venezia per l’egemonia degli scali commerciali d’oriente. Nella contesa si inseriscono le mire espansionistiche di Francesco I “il Vecchio” - Signore di Padova - che da “Castelcaro” manda cento “Granzaroli” (imbarcazioni per l’arrembaggio con balestrieri e bombarde) a Chioggia in supporto dei Genovesi. Grazie all’aiuto dei “Ganzaroli” padovani, i Genovesi con un assalto combinato da terra e da mare conquistano Chioggia. Venezia corre un pericolo mortale: più volte invia ambascierie che il Signore padovano respinge. Genova, però, non accetta la proposta del Carrarese di attaccare Venezia, per timore di perdere i guadagni derivanti dall’ industria del sale. Gli screzi fra alleati saranno fatali; nel frattempo Venezia si riorganizza e, dopo dieci mesi di assalto, il 24 giugno 1380, le armate della Serenissima guidate dal Doge Andrea Contarini, liberano la città L’incubo di venezia era finito. La guerra di Chioggia fu un episodio che toccò profondamente la fantasia popolare: difficile dimenticare il mortale pericolo portato da Francesco I da Carrara definito “el volpon Carraresepadovano” La pace successiva per il Carrarese non fu disonorevole: infatti dalla restituzione di Cavarzere, otteneva in cambio ampie zone del trevigiano, la facoltà di rialzare fortificazioni e, sopratutto, vedeva ristabiliti i confini del 1373 con i diritti fiscali del territorio padovano nei confronti deiveneziani proprietari di terreni. Il Palio della Marciliana di Chioggia rievoca questi avvenimenti attraverso la riproposizione di modi e stili di vita tipici del XIV° secolo. Certo non si tratta di rifare il Medioevo, ma di non dimenticare che gli uomini e le donne di questo periodo sono i nostri antenati, che il Medioevo è stato un momento esenziale del nostro passato, e che quindi un viaggio nel Medioevo potrà darvi il duplice piacere di incontrare insieme l’altro e voi stessi.
Il nome deriva da un antica barca da trasporto costruita a Chioggia. La manifestazione trae origine dalla storia veneta del XIV° secolo, culminante con la guerra di Chioggia. Nel 1378 iniziano tutta una serie di episodi bellici tra le Repubbliche Marinare di Genova e Venezia per l’egemonia degli scali commerciali d’oriente. Nella contesa si inseriscono le mire espansionistiche di Francesco I “il Vecchio” - Signore di Padova - che da “Castelcaro” manda cento “Granzaroli” (imbarcazioni per l’arrembaggio con balestrieri e bombarde) a Chioggia in supporto dei Genovesi. Grazie all’aiuto dei “Ganzaroli” padovani, i Genovesi con un assalto combinato da terra e da mare conquistano Chioggia. Venezia corre un pericolo mortale: più volte invia ambascierie che il Signore padovano respinge. Genova, però, non accetta la proposta del Carrarese di attaccare Venezia, per timore di perdere i guadagni derivanti dall’ industria del sale. Gli screzi fra alleati saranno fatali; nel frattempo Venezia si riorganizza e, dopo dieci mesi di assalto, il 24 giugno 1380, le armate della Serenissima guidate dal Doge Andrea Contarini, liberano la città L’incubo di venezia era finito. La guerra di Chioggia fu un episodio che toccò profondamente la fantasia popolare: difficile dimenticare il mortale pericolo portato da Francesco I da Carrara definito “el volpon Carraresepadovano” La pace successiva per il Carrarese non fu disonorevole: infatti dalla restituzione di Cavarzere, otteneva in cambio ampie zone del trevigiano, la facoltà di rialzare fortificazioni e, sopratutto, vedeva ristabiliti i confini del 1373 con i diritti fiscali del territorio padovano nei confronti deiveneziani proprietari di terreni. Il Palio della Marciliana di Chioggia rievoca questi avvenimenti attraverso la riproposizione di modi e stili di vita tipici del XIV° secolo. Certo non si tratta di rifare il Medioevo, ma di non dimenticare che gli uomini e le donne di questo periodo sono i nostri antenati, che il Medioevo è stato un momento esenziale del nostro passato, e che quindi un viaggio nel Medioevo potrà darvi il duplice piacere di incontrare insieme l’altro e voi stessi.

la Marciliana in territorio padovano
la caduta dei Carraresi e la lite fiscale

Le vicende della guerra di Chioggia coinvolsero anche Correzzola. Queste terre di confine videro gli eserciti dei Carraresi, Signori di Padova, con la loro fortezza tra Brenta D’Abbà e Castelcarro, in disputa continua contro Venezia per le saline; sale che nell’economia medievale era elemento importantissimo. “La questione dei confini tra Venezia e Padova(con la costruzione di saline da parte dei padovani nei pressi di Chioggia) fu sempre alla base degli atriti che coinvolsero le due cittàe causa prima delle guerre Veneto/Carraresi” (P Sambin) . Duranntel’ocupazionedi Chioggia i possedimenti benedettini di S. Giustina contribuirono all’approvazione della città. Il castello di “Castelcaro”, costruito nel 1363 - invece era un baluardo militare di fondamentale importanza dal quale partivano gli eserciti padovani e dove spesso soggiornava Francesco I “il Vecchio” . Dopo alterne vicende il Castello venne distrutto nel 1405 quando i veneziani si imposero sulla terra ferma sconfiggendo definitivamente i Carraresi. Il ricordo del castello rimane nel toponimocastelcaro, piccolo abitato oggi tra i Comuni di Correzzola e Codevigo. “Omo morto non fa guera” sentenziò il Consiglio dei Dieci di Venezia nei confronti di Francesco II “il Novello”, figlio de “il Vecchio”, chiudendo - così - le secolari vicende della famiglia da Carrara e dell’autonomia della città di Padova. L’odio veneziano contro i Da Carrara non finì qui, venne infatti lanciata una “dannatio memorie” che portò alla distruzione di molte opere anche artistiche. Da quel momento inizia la storia della Corte Benedettina. Con l’ascesa alla dignità di Abate di S. Giustina del patrizio veneziano Ludovico Barbo, comincia la grandiosa opera do bonifica delle terre grazie al ritrovato vigore spirituale della vita monastica. Il centro amministrativo delle proprietà che il monastero aveva acquistato dai ContiVeronesi S. Bonifacio nel 1129, viene trasferito dal “Casrum de Conca d’Albaro” alla “Villa de Corezola” situato a ridosso del fiume Bacchiglione, all’epoca importante via di comunicazione. Don Antonino da Milano e Don Zaccaria Castagnola, Padri Cellari della Corte, trasformarono lande e acquitrinose in terre rigogliose e fertili che nel 1500 con le loro rendite, consentirono l’ampliamento della grandiosa Basilica di S. Giustina, oltre ad un miglioramento delle condizioni di vita dei coloni, tanto che i patrizi veneziani si lamentavano della penuria di manodopera nelle loro terre perchè tutti accorrevano dai “frati de Corezola”. Gli Abati, grazie a una bolla del Papa Eugenio IV, avevano la giurisdizione ecclesiastica sulle Parrocchie di Correzzola. I Cellari erano gli amministratori dei beni e per la loro opera si servivano dei Gastaldi. Dal punto di vista giuridico - amministrativo il territorio della Corte di Correzzola dipendeva dalla Vicaria di Conselve. Ma la guerra di Chioggia aveva lasciato un modo irrisolto: i diritti fiscali padovani ottenuti con la pace del1381. infatti con la bonifica e le rendite, si riaccese la disputa tra Monastero e Reppublica Veneta per il possesso dei terreni fino all’Adige, disputa detta appunto “lite fiscale che durò circa oltre 200 anni. I confini fra Dogado e territorio padovano vennero definiti il 26 luglio1513 co ”la transazione tra il Principe Serenissimo e il Monastero di S. Giustina che venne assicurato di non sentirepiù molestie per li beni di Corezola.... e cdi ritenersi li confiscati”. Il nobile Gasparo Malipiero venne incaricato dal Doge di “poner i termini dividendi i territori padovani e veneziano”. Dopo varie visite la questione si risolse tra il 1519 e il 1522. Oggi la “linea Malipiera” è ancora in parte confine tra le Provincie di Padova e Venezia. E’ però probabile che i veneziani, dopo la sottomissione di Padova, abbiano forzato la mano in quanto nell’atto del 1129 i confini della “Curtis de Concadealbero” erano Retrone (Bacchiglione) “usque” adige e Bovolenta “usque” Fossa Beba (nei pressi della Torre di Bebe). In realtà Venezia, rivendicando i diritti clodiensi e cavarzarani intorno alla Torre di Bebe, concessi dal Diploma dell’Imperatore Ottone I (972 d.c.) o Carta di Re Ottone, voleva evitare, oltre ai tributi, che l’”infida” Padova si avvicinasse alle foci dei fiumi, mettendo a rischio la sicurezza della Repubblica. Solo nel 1608 i Monaci di S. Giustina vennero definitivamente assolti dall’infamante accusa di aver usurpato terreni al Doge. La lapide latina ancor oggi visibile, nella Sala dell’Abate ne è la testimonianza. Nella concessione araldica dello stemma del Comune di Correzzola, il ricordo del Castello di Fracesco I da Carrara è evidenziato dalle due ruote rosse simbolo dei Carraresi, mentre la croce patriarcale d’orosu fondo azzurro, testimonia l’opera secolare dei Monaci Benedettini. “La Marciliana in territorio padovano” rappresenta un’occasione unica per rivivere l’epoca medioevale.